Luigi baratta ,nato a Torino nel 1951 e laureato in medicina nel 1977,durante gli studi universitari coltiva la sua inclinazione espressiva compiendo numerosi soggiorni all'estero e in Italia visitando musei e gallerie d'arte affinando la conoscenza dei linguaggi pittorici prediletti.Le tematiche affrontate sono molteplici;le prime mostre vertevano sugli interni postindustriali"e'la luce fiamminga,la luce olandese a disegnarne gli itinerari dell'occhio,il peregrinare delle reminescenze,il gioco sottile dell'allusivita' di penombre piu' calde,enigmatiche,suadenti...una archeologia dell'immagine che narra di spazi atemporali,di assenze inquiete,di luoghi minati dall'usura del contemporaneo,velati da una sorta di abbagliante pulviscolo cosmico"(M.Faussone,1999).La sua figurativita' si collega successivamente,per la ripresa di motivi e suggestioni,alla tradizione del realismo statunitense,nel cui ambito si inserisce anche la corrente dell'iperrealismo.A questo proposito svariati sono i dipinti che trattano paesaggi urbani ed extraurbani in particolare le stazioni di servizio con i suoi distributori di benzina,le motociclette e le biciclette abbandonate etc...Altro tema pittorico trattato piu' recentemmente sono le nature morte che richiamano con grande puntualita' la societa' americana come la coca cola o le palle da baseball o gli hot dogs.La sua ricerca appartiene,quindi alle esperienze statunitensi dell'iperrealismo e della POP ART di Warhol e di Oldenburg."E' nella oggettivita' delle immagini si chiarisce il suo discorso dove ogni elemento compositivo entra a far parte integrale di una interpretazione della realta' circostante che e' il segno indiscusso di una suggestiva scrittura"(A.Mistrangelo 1995).Durante la sua formazione ha frequentato a bottega gli studi di importanti pittori come F.Capello,W.Jervolino,L.Benedicenti traendone grandissima esperienza;inoltre ha partecipato a numerose collettive e personali i note gallerie italiane ed estere."L'amore per la precisione,la cura per un certo taglio dell'immagine e l'ingrandimento prospettico,la predilezione per un lavoro piu' raziocinante che istintivo,senza voler per forza trovare metafore e simbolismi di varia natura,mi permette di vivere l'arte per l'arte cercando semmai di andare oltre l'apparenza delle cose"L.Baratta.
